C’è chi stupisce con fotografie di posti meravigliosi. Chi utilizza modelli fichissimi, in atteggiamenti ammiccanti, per incollarci allo schermo. Chi fa del fotoritocco l’arma primaria per lasciarci a bocca aperta.
E c’è chi, come Victoria Iavanova, usa oggetti quotidiani e un bel bianco e nero per trasmettere concetti e sensazioni che valgono più di mille parole.
La signorina in questione, che arriva direttamente dal grande freddo di Madre Russia, ha fatto della fotografia concettuale una vera e propria passione. E mentre gli aspiranti fotografi italiani, che impugnano la macchina fotografica per la prima volta, cercano di darsi un tono fotografando rughe di anziani, scarpe di tela e foglie cadute sul marciapiede, la nostra Victoria fa ricorso a tutti quegli strumenti che troviamo quotidianamente nelle nostre case, e con tonnellate di creatività li modella, li fa mettere in posa, e ci racconta una scena nuova ad ogni scatto.
Ed ecco quando una molletta, una pera, un orologio e un pedone degli scacchi sanno essere più espressivi della zia che vi ostinate a fotografare, e sono in grado arrivare a parlarvi senza bisogna di mimica facciale, gesti, o occhi penetranti.
Se anche la vostra creatività è a questi livelli, raccontatecelo. Perché di roba del genere non se ne vede in giro spesso, e vi assicuro che è un peccato. Perché saper raccontare storie con questa semplicità e questo impatto così espressivo non è certo abilità che possono permettersi tutti…
Un nome forse sconosciuto ai più. E vi assicuro, cari maschietti, che se cercate di googlare la suddetta signorina, prima di arrivare al suo portfolio resterete piacevolmente sorpresi…provare per credere! ;)