Intervista esclusiva a KayOne, il writer milanese classe ’72, che ha fatto dei suoi graffiti un’arte che porta ancora in giro in tutta Europa. Tra i pionieri del movimento (ha iniziato a 15 anni quando le tavolozze a disposizione erano solo muri e treni), è riuscito a farsi conoscere ed apprezzare da tanti.
L’abbiamo conosciuto in occasione del #FonziesTour dove abbiamo avuto l’opportunità di conoscere e guardare insieme a lui i luoghi d’arte “inaspettati” di Milano: da Leoncavallo ad un muro dipinto a Sant’Agostino, l’arte nella città meneghina ci circonda anche dove non crediamo sia possibile e ci sorprende come il gusto – inatteso – di un fonzies ricoperto di cioccolato. Al termine del tour potevamo forse non fargli un po’ di domande per conoscerlo di più? Ecco quanto ci ha raccontato…
Cosa ti ha spinto la prima volta a prendere in mano la bomboletta e a dipingere un muro?
Era il 1988 e stavo frequentando il Liceo Artistico, spesso andavo a una libreria che si chiamava American Book…Una folgorazione, vidi una delle bibbie del Graffiti Writing internazionale, il libro “Subway Art” dedicato ai graffiti sui treni di New York. Mi dissi, queste cose sono fantastiche voglio provarci anch’io, non feci altro che andare a comprare uno spray e cercare di comprendere un mondo, una cultura, giorno dopo giorno per gli ultimi 25 anni.
Quando credi di aver fatto il primo salto di “livello” da persona che vuole semplicemente riempire di tag una città al fare qualcosa di “diverso” e piacevole alla vista?
La vita di un Graffiti Writer è segnata dall’appartenenza a un movimento underground che da fenomeno sociale negli anni ha saputo rivoluzionarsi trovando una valenza estetica e diventando una delle espressioni contemporanee più vive e diffuse. Non penso che esista un salto di livello, ma una crescita costante dettata dalle stagioni della vita, che semplicemente da ragazzino di 15 anni pieno di adrenalina ti fanno diventare un uomo più attento e riflessivo. Questo non vuol dire meno vivo, vero e intenso ma semplicemente diverso, KayOne rimane KayOne. Una tag ben fatta è pur sempre un gesto di alta calligrafia, un graffito con delle lettere complesse la tua massima evoluzione, il tuo Wild Style! Come in tutte le cose, il tempo è una costante, per noi della vecchia scuola si misurava in anni, oggi la crescita di un giovane writer si calcola in mesi, tutto è più veloce.
Ti definiresti un’artista?
Che cosa vuol dire essere un artista oggi? I contorni di questa definizione sono così sfumati che mi sento più sicuro pensando a me come un Graffiti Writer occasionalmente prestato al mondo dell’arte istituzionale. L’importante per me è definirmi “vero”, che faccia una cosa o l’altra, con la stessa energia e intensità.
Qual è l’opera di cui vai più orgoglioso e perché?
Quella di domani! Non c’è modo per chi vive di creatività di trovare pace. Siamo destinati a vivere quotidianamente in lotta con noi stessi, cercando di superarci, inventare, trovare, realizzarsi. Questa spinta non può mancare, se dovessi cominciare a guardarmi indietro vorrebbe dire che è iniziata la discesa, per ora ho ancora le forze per correre e vedere se il domani mi nasconderà qualcosa di nuovo. Sono tante le cose del mio percorso che mi hanno reso felice, una per ogni momento della mia vita e una per ogni mondo in cui ho provato a far qualcosa, grafica, pubblicità, graffiti, quadri… ma quando racconto di una cosa che mi ha reso felice, parlo di quella volta in cui una signora che non conoscevo arrivando di fronte ad un mio quadro disse, “questa è un’opera di KayOne”, in qualche modo ero arrivata alla gente, ero visibile, il motivo stesso per quale i graffiti sono nati ed io avevo iniziato a scrivere il mio nome.
Pensi di restare “graffitaro” per sempre o ad oggi pensi di essere più un artista? (insomma non ti vedremo più ad imbrattare treni in stazione centrale?)
Tu mi stai intervistando perché sono Marco Mantovani o perché sono KayOne? Non c’è modo di poter cambiare la mia vita e non vorrei, io sono KayOne. Perciò se in futuro doveste vedermi ancora ad imbrattare un treno, giuro, cercherò di farlo in maniera artista… unico neo in tutto questo, l’agilità nello scavalcare e la velocità nel correre, questi a 41 anni sono già un grande deterrente!
Consigli per chi vuole diventare oggi un graffitaro?
Scrivi su Google “graffiti”, innamorati, inizia, e fai come me non smettere mai. È una passione bellissima, che ti fa conoscere tantissima gente in tutto il mondo, hai tutto il tempo per diventare vecchio, ora divertiti e ricordati che la gara di stile e su quello che lasci in giro non su quanto ne lasci.